Il Figlio è Rivelazione del Padre

Il Figlio è Rivelazione del Padre

Il Figlio è Rivelazione del Padre - S. Francesco d'Assisi

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Brano denso e complesso, spezzettiamolo per comprenderlo meglio.

"Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli."

Chi sono questi "piccoli" ai quali il Padre rivela i suoi segreti? Lo capiamo per esclusione: quelli che non sono sapienti né dotti. Vale a dire quelli che non hanno trovato gusto (sapiente è colui che gusta, da cui il sapore) nelle cose del mondo, e quelli che non si sentono dotti, colmi di conoscenza. Sono ancora in ricerca, insoddisfatti dei risultati, consapevoli di essere ancora ignoranti circa il vero senso dell'esistenza. Solo a questi Dio si rivela, perché solo questi sono capaci di lasciare in se stessi uno spazio per Dio. Capaci di Cielo in quanto ancora non saturi di terra. Il più grande di questi piccoli è stato proprio S. Francesco di Assisi, di cui oggi facciamo memoria.

"Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo."

In terra solo il Figlio conosce il Padre e solo Lui può e certamente vuole rivelarlo. A tutti. Ma solo quei piccoli possono ricevere questa Rivelazione. La brocca versa a pioggia, ma se i bicchieri sono già pieni come potrà entrare qualcosa di nuovo? Vediamo poi in che modo si attua questa Rivelazione. E' per questo che il Figlio si è incarnato. 

In Giovanni, al capitolo 14 leggiamo:  "Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere.  Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. " (Gv 14, 7-11)

Gesù è il VERBO del Padre. E' come dire che in una sola Persona il Padre è la mente e il Figlio è la sua volontà in azione. Lo Spirito Santo è l'Amore che muove e unifica la mente e l'azione. Per questo in Gesù, in tutta la sua esistenza terrena, noi vediamo in opera l'essenza del Padre. E senza ombra di dubbio questa essenza è Amore. Come dirà Giovanni. Dio che discende fino al gradino più basso, fino a morire. Per ridonare la Vita non con l'onnipotenza (poteva sicuramente farlo), ma con l'Amore, all'umanità adultera che ha tradito il vincolo di amore originario, al quale però Dio rimane fedele.

"Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero."

Gesù chiama a ristorarsi presso di sé tutti coloro che sono stanchi e oppressi. Chi sono? Forse tutti noi... Quelli che stanno faticando per qualcuno che non è Dio, ma un padrone oppressivo... il maligno o le nostre passioni mal indirizzate. Noi che spesso lavoriamo a vuoto e non portiamo mai frutto. Non ci resta altro che riconoscere la nostra stanchezza, e cambiare subito padrone. Cambiare giogo. Ma il nuovo padrone è assai bizzarro... porta il giogo con noi, anzi fa lui la fatica maggiore. Lavorare per Lui e con Lui diventa dolce, è un lavoro che invece di affaticare dona ristoro al corpo e all'anima. Un lavoro lieve perché compiuto  in braccio a Dio, portati da Lui. Un padrone che si fa servo per Amore...

Appena risorto, nel Vangelo di Giovanni al cap.20 Gesù dice alla Maddalena "salgo al Padre mio e Padre vostro" . Allora possiamo fare una meravigliosa esperienza di preghiera provando a pregare il Padre Nostro non solo in comunione con la Chiesa (nostro), con i figli di Dio, ma in unione al Figlio del Padre, Figlio insieme a noi. Preghiamo oggi questo speciale Padre Nostro unendo la nostra voce a quella di Gesù. Sarà bellissimo!

Daniela

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Daniela

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