Uno sguardo nuovo nasce dal Natale di Gesù

Ti è capitato qualche volta di passare, di sera, davanti alla vetrina di una gioielleria? Dopo l’orario di chiusura, per prudenza, tutti i gioielli vengono tolti dall’esposizione, e restano dietro i vetri solo dei manichini neri. Teste o mani di polistirolo, rivestite di velluto nero.
Quando nasce un bambino, intorno a lui familiari e parenti fanno sogni pieni di speranza sul suo futuro, ma l’unica certezza è che, una volta nato, dovrà morire. Inutile e stupido nascondersi la realtà; siamo frutto di una natura decaduta per la durezza di cuore dei nostri progenitori e nostra. Allora, quando diveniamo consapevoli di questo, può succedere che iniziamo a guardarci come quei manichini spogli dei gioiellieri. Nudi, insignificanti, poveri e vuoti. Neri e privi di bellezza. Vittime irriducibili dei nostri difetti strutturali, atavici, familiari e sociali. Possiamo decidere di fermarci a questo. Ma sarebbe vedere una mezza verità.
Questa nostra natura decaduta è stata redenta.
Riscattata per amore.
Un Dio amante ha raccolto la sposa adultera dal fango, l’ha lavata, purificata, vestita di ricche vesti e ornata di preziosi gioielli … (Os 2, 9-12.16-18)
Inseguirà i suoi amanti, ma non li raggiungerà, li cercherà senza trovarli. Allora dirà: «Ritornerò al mio marito di prima perché ero più felice di ora». Non capì che io le davo grano, vino nuovo e olio e le prodigavo l'argento e l'oro che hanno usato per Baal. Perciò anch'io tornerò a riprendere il mio grano, a suo tempo, il mio vino nuovo nella sua stagione; ritirerò la lana e il lino che dovevano coprire le sue nudità. Scoprirò allora le sue vergogne agli occhi dei suoi amanti e nessuno la toglierà dalle mie mani. Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acòr in porta di speranza. Là canterà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d'Egitto. E avverrà in quel giorno - oracolo del Signore - mi chiamerai: Marito mio, e non mi chiamerai più: Mio padrone.
Se la sposa acconsente, l’adulterio può essere dimenticato, la nudità rivestita, la purezza ritrovata. Nel deserto il cuore, bagnato dalla passione di uno Sposo pazzo d’Amore, può rifiorire e tornare vergine. Non cambia la sua natura, che resta di terra e non di cielo, ma lo sguardo di Colui che la ama e fa di tutto per lei, la rende diversa ai Suoi occhi.
Così l’umile manichino nero al mattino viene rivestito, da una mano amorevole e delicata, di preziosissimi gioielli: anelli di diamante, collane di perle, orecchini di smeraldo e un diadema di brillanti sul capo, ornato di un Tau di rossi rubini. La Corona di Cristo si fa splendido gioiello per la tua fronte, e il Tau ti segna come Sposa per sempre.
Il vaso di creta rimane vaso, cavo all’interno… i profumi che porta in sé non sono suoi ma Dono dell’incensiere, e parte di essi si disperdono purtroppo nelle tante crepe…il cuore è un potenziale portatore di aromi preziosi e, diversamente da quanto si può credere, più sarà vuoto, più potrà essere colmato (2 Cor 4, 7-12.16-18):
Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita.
Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne.
In questo Santo Natale puoi decidere quale delle due verità vuoi guardare. Fissare lo sguardo sulle cose visibili o su quelle invisibili agli occhi. Puoi guardare la tua miseria, il tuo cattivo odore, le tue rughe. Oppure puoi decidere di guardarti prendendo in prestito lo sguardo dell’Amante. Vedrai un essere stupendo, puro, avvolto in veste candide e sfolgorante di oro e pietre preziose. Il Re è innamorato della tua bellezza (Sal 44, 10-16):
Figlie di re stanno tra le tue predilette; alla tua destra la regina in ori di Ofir. Ascolta, figlia, guarda, porgi l'orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre; al re piacerà la tua bellezza. Egli è il tuo Signore: pròstrati a lui. Da Tiro vengono portando doni, i più ricchi del popolo cercano il tuo volto. La figlia del re è tutta splendore, gemme e tessuto d'oro è il suo vestito. È presentata al re in preziosi ricami; con lei le vergini compagne a te sono condotte; guidate in gioia ed esultanza entrano insieme nel palazzo del re.
Dimentica da dove vieni e guarda dove puoi arrivare. Non guardare davanti ma in alto. Per ascoltare la Sua voce chiudi le orecchie, e per vederlo chiudi gli occhi. E troverai la Strada. Il Natale ci rende presente lo sguardo di Amore di Dio, che viene a visitare la sua vigna, piega i Cieli e scende nel seno di una Donna, per rendere tutto il Creato, di nuovo, la Sua Sposa.
Il mio augurio è che tu possa lasciarti guardare da Lui (senza vergogna perché è uno sguardo di amore), accogliere il Suo sguardo e imparare a vederti attraverso il Suo amore. E infine custodire nel tuo piccolo vaso questo balsamo per portarne il profumo nelle strade di ogni giorno.
Daniela